
LA STORIA DI QUESTE INCANTEVOLI MURA
Dalla lettura dei “cenni storici su Castello”, si evince che il Castello di Cagliari era sicuramente abitato prima del secolo XI. Nel 1257 nella Chiesa di Santa Maria in Castello, fu aggiunto il transetto, si divideva così la Chiesa a croce latina, che risale al secolo XII. E’ noto che, venendo meno il Giudicato Cagliaritano, nella seconda metà del XIII secolo, la sede della Chiesa venne spostata.
(in foto cartolina della Cattedrale alla fine degli anni ’70)
Alla luce di questi dati, l’insediamento della Chiesa in Castello, presso “la Cattedrale dedicata a Santa Cecilia ed esistevano la Canonica con l’Episcopio”, avvenne quando la cattedrale, oltre ad essere la chiesa parrocchia del borgo Pisano in formazione, era sicuramente al centro di un insediamento urbano consolidato; certamente la Via del Duomo, allora Via dei Pellicciai, che iniziava a qualche metro dalla Cattedrale, era sicuramente urbanizzata.
La dimora della Madonna della Speranza, si trova a circa tredici metri dal fronte della Cattedrale, passando per la Chiesa della Speranza databile tra il XV e il XVI secolo, confina con l’allora Episcopio, in quanto trovasi sopra il portico di Via Fossario. Sotto, la foto della statua della Madonna della Speranza, contenuta nella omonima chiesa, il cui culto fu importato in Sardegna dai Catalani al momento del loro sbarco nel 1323. La festa si celebra il 18 dicembre, e, ancora oggi, in quel giorno, viene officiata la messa dinanzi alla statua della Madonna della Speranza, attribuita a Giuseppe Antonio Lonis, il più importante scultore sardo del Settecento.

Il fabbricato attuale è frutto di svariati rimaneggiamenti avvenuti durante i secoli, una parete interna, sicuramente facente parte d’altra costruzione in tempi diversi, mostra tutta la superficie annerita bruna da incendio, probabilmente facente parte di quelle 130 case citate dal Manno.
Sulle pareti, risultano inserite delle finestre scalpellate maldestramente nei motivi, che richiamano vari stili, dorico, ionico, gotico. Altri interni, mostrano delle volte a botte finemente lavorate in pietra di tufo squadrata, porte in stile gotico danneggiate, svariate finestre molto ampie in pietra di tufo, il tutto ha superato i secoli ed è arrivato fino ai nostri tempi.
La costruzione riporta alla luce quell’arte, che emerge dalla struttura ad oggi pervenuta, e che, nel corso di questi nove secoli, ha fatto la storia del Castello di Cagliari.
